Lungo i 248 km del fiume Ticino sorge un’oasi verde di grande valore naturalistico grazie all’estrema diversità che caratterizza i suoi ecosistemi. Negli anni Settanta sono stati istituiti due enti per tutelare questo prezioso patrimonio, ovvero il Parco naturale lombardo della Valle del Ticino nel 1974, e il suo corrispettivo piemontese quattro anni più tardi. Entrambe le aree hanno ricevuto nel 2002 il riconoscimento come Riserva della Biosfera MAB dall’UNESCO.

Il modo più suggestivo per esplorare il parco è percorrere alcuni degli itinerari che compongono i 780 km di percorsi ciclo-pedonali che lo attraversano. Questa fitta rete escursionistica è collegata ad altri percorsi esterni alla riserva come le Vie verdi dei laghi. L’area offre anche diversi punti di interesse storico-culturali che testimoniano come il fiume abbia sempre rappresentato un nodo cruciale per lo sviluppo della zona. Le specificità del territorio hanno favorito lo sviluppo del settore turistico nei comuni del parco.

Non bisogna però dimenticare che il parco lombardo si estende in un’area densamente popolata e ricca di attività produttive. L’agricoltura ha un forte impatto sul profilo paesaggistico della valle e svolge due importanti funzioni: una di connessione tra il parco e le zone limitrofe, e una di salvaguardia, fungendo da cuscinetto che protegge gli ecosistemi più delicati.

L’alto livello di urbanizzazione del territorio rappresenta però una minaccia all’integrità del patrimonio naturalistico della valle. In particolare, lo sviluppo che ha caratterizzato l’aeroporto di Milano Malpensa negli ultimi decenni è stato motivo di forte preoccupazione per la salute del parco. Alcuni studi hanno evidenziato lo stato di sofferenza dei boschi nelle zone limitrofe allo scalo, e i progetti di ampliamento potrebbero aggravare l’impronta ecologica di Malpensa.