L’Aeroporto di Malpensa, risorsa economica e infrastrutturale di indubbia rilevanza, nel corso degli anni ha sollevato non poche problematiche; una di queste trova le sue fondamenta nella progettazione della cosiddetta terza pista. Il progetto iniziale, infatti, fu protagonista di numerose polemiche ambientali e fu ritirato nel 2014.

Nel dettaglio di quanto emerso, l’eventuale costruzione di una terza pista avrebbe portato sì alla realizzazione di nuovi posteggi, strade, alberghi, centri commerciali, ma avrebbe anche inflitto un colpo mortale a uno dei paesaggi più belli dell’alta Italia, “fonte unica di ossigeno per l’inquinatissima Lombardia carica di CO2”.

Non a caso nel 2002 il Parco del Ticino, ha ottenuto il riconoscimento MAB (Man and Biosphere) assegnato dall’UNESCO per garantire all’area uno sviluppo economico e umano nel rispetto della natura.

Non meno rilevante l’eventuale aumento di inquinamento dei gas di scarico degli aerei. Tematica rovente per tutti i cittadini dei comuni limitrofi all’aeroporto ma, ovviamente, anche per tutte le popolazioni del Nord Italia.

Nel 2015, SEA presenta il nuovo progetto, con mire disinteressate ad un ampliamento aeroportuale in termini infrastrutturali ma rivolte ad uno sviluppo differente, abbracciando finalità ambiziose ma senza danneggiare il territorio circostante.

Come spiega, infatti, lo stesso presidente SEA, Pietro Modiano:

“Per crescere vogliamo aumentare le capacità senza consumare suolo. Mantenendo le attuali due piste e con investimenti marginali si possono raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati, sia per il movimento dei passeggeri, sia per quello delle merci restando in uno standard di eccellenza”.